Il trattamento di protrusioni ed ernie discali si può articolare in tre macro aree applicative che il medico decide sulla base della tipologia, della sintomatologia e dello storico del paziente, tutte accreditate a livello internazionale.

TECNICHE CONSERVATIVE

Trattamenti massofisioterapici eseguiti manualmente o attraverso macchinari finalizzati a riequilibrare il tono muscolare riducendo il dolore e permettendo in alcuni casi la regressione della protrusione. Queste metodiche si rivelano utili soprattutto nel momento in cui compare la sintomatologia e sono comunque consigliabili come primo approccio nei confronti della patologia in oggetto. In aggiunta si possono combinare terapie con farmaci antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti e cortisonici.

TECNICHE MINI INVASIVE

Inserimento protesi parziale molle

Iniezione di un gel a base di etanolo gelificato e un derivato di cellulosa nel nucleo polposo finalizzato a richiamare in sede l’ernia e formare una protesi in grado mantenere lo spazio intradiscale e la funzionalità meccanica del disco.

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Asportazione dell’ernia attraverso uno strumento-cannula che frammenta e aspira il materiale discale erniato.

Asportazione dell’ernia a freddo (42° – 52° circa) eseguita sotto controllo radiologico attraverso l’inserimento di un ago nello spazio discale. Questa tecnica genera una trasmissione di energia ad alta frequenza (radiofrequenza) in grado di vaporizzare una parte del nucleo polposo senza produrre calore.

Procedura percutanea eseguibile sotto guida tac che utilizza il raggio laser diretto sul nucleo del disco e vaporizza il nucleo erniato.

La sonda a Radiofrequenza agisce sul nucleo o sull’anello del disco dove si è sviluppata l’ernia; ha un effetto meccanico decompressivo (90-95° – essicca l’ernia) determinando un effetto antinfiammatorio sul disco e sul nervo.

TECNICHE CHIRURGICHE

Tecnica chirurgica di rimozione del disco erniato che si avvale dell’uso del microscopio operatorio e viene attuata attraverso una incisione limitata.

Rimozione chirurgica, a cielo aperto, totale o parziale del nucleo polposo.

Tecnica che si avvale dell’endoscopio, uno strumento costituito da un tubo flessibile, a sua volta formato da una serie di fibre ottiche, collegate ad una microfotocamera. Dopo aver praticato un’incisione di pochi millimetri, l’endoscopio viene inserito mediante penetrazione laterale del disco nella zona da trattare.

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